Biologia della letteratura: prime indicazioni (3)
Altre indicazioni sul libro ”Biologia della letteratura”, in uscita all’inizio del 2018 (Milano, Il Saggiatore)
Nel IV capitolo ci si confronta con il concetto di classico, in modo da ancorare le riflessioni precedenti a uno sviluppo storico preciso. Infatti, oltre alle componenti ideologiche e sociali, decisive per l’affermazione di un’opera nel breve periodo (ma insufficienti a spiegare le lunghe durate), bisogna considerare perché i grandi classici usano meglio, rispetto ad altri testi analoghi, alcuni presupposti biologico-cognitivi. Ciò riduce l’inevitabile decadimento della rilevanza tematico-contenutistica di un’opera, e fa sì che un’attenta analisi stilistica possa riconoscere tratti innovativi magari rimasti nascosti alle precedenti ricezioni: basti pensare al montaggio quasi cinematografico della costruzione di molti episodi danteschi, incomparabile con le strutture narrative coeve. Proprio Dante, poeta ‘globale’ come pochi altri, fornisce numerosi spunti per approfondire il rapporto fra presupposti biologico-cognitivi e stilizzazione in un capolavoro che viene ri-letto a distanza di secoli.
Nel V e ultimo capitolo si arriva all’attualità e vengono prese in considerazione le tante metamorfosi ormai in essere rispetto a una concezione della letteratura come quella che si è stabilizzata a partire dalla fine del Settecento. Le figure dell’autore, del libro-testo, persino del lettore e delle sue capacità di ricezione sono state fortemente segnate dall’attuale mix di cultura allargata e collettiva che trova nella Rete Web e, in senso ancora più largo, nel Cloud la sua forma simbolica. Ma, tenendo conto di molte analisi autorevoli (da Sloterdijk a Ingold e a Peters), in qualche caso purtroppo ancora poco note in Italia, si mettono a fuoco i motivi per cui si può sostenere che, persino nell’epoca del digitale, del virtuale e del global, continuano a essere attivi i fondamenti sopra indicati. Essi devono essere reinterpretati sia per rinnovare i concetti di letteratura, arte e tradizione, sia per offrire qualche proposta non ideologica e non vetero-umanistica riguardo al ruolo in particolare delle opere letterarie oggi: senza mancare di porre in evidenza alcuni aspetti del ‘sistema delle arti’ probabilmente destinati a cambiare nell’immediato futuro.